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venerdì 13 agosto 2021

La Madonna dei Palafrenieri

Conosciuta anche come la "Madonna della Serpe" è opera di Caravaggio ed è conservata alla Galleria Borghese a Roma.



Venne commissionata a Caravaggio dall'Arciconfraternita dei Palafrenieri (o Parafrenieri) pontifici per abbellire l'altare che era stato loro riservato nella Nuova Basilica di San Pietro, per un prezzo relativamente basso, 70 scudi.

Siamo nell'ottobre del 1605. In dicembre venne pagato il primo acconto;  l'8 aprile dell'anno successivo Caravaggio firmò la ricevuta di consegna e quindi è ragionevole supporre che l'opera venisse consegnata il giorno stesso o anche qualcuno dopo. Già il 16 aprile alcuni facchini vennero incaricati di trasferirla nella chiesa dell'Arciconfraternita e nel mese di giugno venne concordata la vendita al Cardinale Scipione Borghese che nel mese di luglio, verserà all'Arciconfraternita il prezzo, alquanto irrisorio di 100 scudi, con un margine di 25 per i Palafrenieri. Il quadro era rimasto esposto una settimana si e no.

Il motivo che portò alla cessione del quadro a Scipione Borghese era che l'opera venne giudicata in qualche modo indecorosa. Ma perché?

Il quadro

Il dipinto raffigura la Madonna protesa a sorreggere Gesù Bambino nel gesto di schiacciare la testa al serpente-demonio. Di lato, Sant'Anna, madre di Maria (e quindi nonna di Gesù), assiste alla scena.

Era sorta una disputa sullo schiacciamento della testa del serpente: interpretando il passo della Genesi dove si dice che al serpente verrà schiacciata la testa, i cristiani leggevano nel testo latino "ipsa", cioè, lei, la Madonna. I luterani invece vi leggevano "ipse", lui, il Figlio.

In piena controriforma, intervenne una bolla papale a sistemare la faccenda: la Madonna schiaccerà la testa al serpente-demonio con l'aiuto del figlio. La scena dipinta quindi riflette pedissequamente la più aggiornata interpretazione liturgica, quindi non può essere stata questa la causa del rifiuto.



Invero c'è da dire che la Madonna ha il volto di una bella e famosa modella romana, tale Lena, forse anche amante del Caravaggio, ma di certo prostituta, mestiere associato a quello della modella. E non è sufficiente l'abito rosso, proprio dei personaggi sacri a conferirle la necessaria sacralità: la Madonna dal volto popolano si protende a reggere il bambino mostrando il seno propompente ben sottolineato dal corsetto. 



Il bambino Gesù, dal volto tra l'incapricciato e l'arrabbiato, è completamente nudo ed è piuttosto cresciutello per poter mantenere quell'innocenza infantile del bimbo nudo. Di lato, Sant'Anna, che era anche la Patrona dei Palafrenieri, assiste con lo sguardo un po' inebetito di una nonna con scarsa contezza della scena.



E' possibile che a guardarlo bene, i contemporanei non vi vedessero gran che di sacro, ma vi sono anche altre motivazioni.

Una inquietante ipotesi

Il quadro fu acquistato per un prezzo relativamente basso, da Scipione Borghese, il Cardinal Nipote come venivano chiamati allora coloro che erano investiti di alte cariche dal pontefice per i loro legami di parentela con il Papa. E Scipione, nipote lo era davvero, da parte di una sorella del Papa Paolo V. A causa delle difficoltà economiche del padre era stato adottato dallo zio che lo aveva fatto studiare e lo aveva poi investito delle più alte cariche ecclesiastiche.

Uomo intelligente, molto colto, raffinato collezionista, pare che non fosse tipo da rinunciare facilmente ad un pezzo "da collezione"; molto di ciò che oggi è alla Galleria Borghese lo si deve al suo fiuto da collezionista. 

Non si può dunque escludere che, ammirato il capolavoro, fosse lo stesso Scipione a far circolare la voce sulla mancanza di decoro del quadro affinché i Palafrenieri se ne disfacessero. A quel punto interviene il munifico collezionista a sgravare l'Arciconfraternia del peso (è il caso di dirlo visto che il quadro misura quasi 3 metri per 2) di tenere un'opera non gradita.

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