È un’opera di Gerolamo Induno, meglio conosciuta con il titolo di triste presentimento.
Nella scena si vede una camera con una ragazza seduta su un letto semidisfatto, che tiene in mano qualcosa, forse una piccola immagine del fidanzato.
La ragazza è in camicia da notte, una spalla leggermente scoperta le conferisce un’aria sensuale. Gli occhi sono abbassati sull’oggetto fra le mani e il suo sguardo rivela una profonda tristezza, sembra quasi sul punto di piangere. Nella stanza, l’ aria di disordine accentua ancor più il senso di tristezza. Ci sono abiti appoggiati su una sedia davanti ad un camino che contiene un catino, per riscaldare l’acqua.
Gli stivaletti della fanciulla sono abbandonati nella stanza, sotto il letto un baule ed altri oggetti e un foglio accartocciato, quello che forse ha portato quelle notizie poco piacevoli che hanno rattristato la ragazza e scatenato il triste presentimento sulla sorte del suo amato.
Il pittore
Girolamo Induno era nato a Milano nel 1825; pittore risorgimentale, amico ed allievo di Hayez, tanto da citarlo nel quadro.
Le sue sono opere di genere, profondamente ispirate agli avvenimenti dell’epoca e alle lotte risorgimentali.
Lo sfondo
La trama di questa vicenda, come un rebus degno delle riviste di enigmistica, è tutta raccontata nella parete dietro al letto. Qui si vede una stampa che riproduce il famoso quadro di Hayez , “il bacio” dipinto appena tre anni prima e subito diventato un successo artistico.
Sotto all’opera di Hayez, un quadretto con Pulcinella, allusione a Napoli e ai moti risorgimentali che si combatterono in quella città dove si trovava o da cui forse proveniva il fidanzato; nella nicchia si riconosce il busto di Garibaldi, quasi fosse una reliquia.
Su un’anta della finestra è incollata una stampa e anche qui sembra di intuire la scena di uno dei moti rivoluzionari che portarono poi all unità d’ Italia. Il quadro fu dipinto nel 1862, quando Induno aveva 37 anni.
Qualcuno ha voluto leggere nell’opera una suprema laicità nell’esagerazione sul busto di Garibaldi messo nella nicchia e nella presunta assenza di qualsiasi immagine religiosa. In realtà l’immagine religiosa c’è, come sarebbe stato in qualsiasi stanza di qualsiasi casa dell’epoca: c’è un crocifisso sopra la testata del letto.
E si intravede anche un rametto, forse di olivo benedetto e più in basso, vicino allo scurino della finestra anche una piccola acquasantiera.
Gli ideali patriottici ispiravano nei giovani di allora la speranza di un futuro migliore, forse più equo, ma mai sostitutivo dei valori religiosi a cui comunque rimanevano legati.
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