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martedì 3 agosto 2021

L’orecchio tagliato

Se si digita su un qualsiasi motore di ricerca internet “orecchio tagliato”, anche senza aggiungere Vincent, uno dei primissimi risultati sarà questa immagine


Il dipinto si trova alla Courtauld Gallery ed è uno degli autoritratti che Van Gogh dipinse dopo il tragico episodio del taglio dell’orecchio. 

La tragedia

Era il 23 dicembre 1888, l’antivigilia di Natale nella "casa gialla" che i Ginoux avevano affittato ad Arles a  Van Gogh e dove si era trasferito poco più di due mesi prima, anche Paul Gauguin. Trasferimento non volontario. Paul Gauguin infatti aveva accettato di raggiungere Van Gogh dietro richiesta del fratello Theo, mercante d’arte, che si era impegnato ad acquistare alcuni quadri di Gauguin purché lui accettasse di trasferirsi nella casa gialla con Van Gogh. 

Vincent aveva già dato segni di instabilità mentale, così Theo aveva pensato che la presenza di Paul avrebbe calmato i suoi eccessi. Ma mai una coppia di artisti avrebbe potuto essere più male assortita: Paul era idealista e tendente all’astrazione, innamorato dell’esotico, detestava Arles considerata "misera",  Vincent invece era meticoloso nella sua ansia di riprodurre la realtà e la luce del posto e adorava la cittadina di Arles.

Quel 23 dicembre era una giornata piovigginosa, non si poteva uscire a dipingere, i due si trovavano quindi reclusi a scambiarsi le loro tanto diverse idee di vedere il mondo e ogni tanto attingevano alla bottiglia di assenzio, il superalcolico dell’epoca. In più quella mattina Vincent aveva ricevuto la lettera del fratello Theo che annunciava le sue nozze imminenti. E qui non fu la paura di perdere il sostegno economico di Theo che forse gli sarebbe venuto a mancare con il matrimonio, quanto la circostanza che una donna, una estranea, avrebbe potuto limitare e distanziare l'amore fraterno di Theo per Vincent.

Ce ne era abbastanza per deprimere chiunque avesse nervi ben più saldi di quelli di Van Gogh.

Scoppiò dunque una lite tra i due. Impossibile stabilire se la mutilazione dell’orecchio sia stato semplicemente un gesto autolesionista oppure un incidente non voluto causato da Paul Gauiguin che era anche un abile spadaccino. I fatti ci dicono che dopo la mutilazione,  l’orecchio fu avvolto in un pacchetto di carta di giornale e fatto recapitare ad una ragazza del posto (chi dice una prostituta, chi una paesana).  La polizia trovò Van Gogh privo di conoscenza sul suo letto, immerso in un lago di sangue e dispose il ricovero nell'ospedale di Arles.

Gauguin partì per le Antille come aveva promesso di fare. Il progetto della Casa Gialla come ritrovo di artisti controcorrente era fallito per sempre.

Il dipinto

Van Gogh dipinse diversi autoritratti. Quelli con l’orecchio bendato sono destinati non a se stesso, bensì ai medici che lo avevano in osservazione. C'era in lui il bisogno di  dimostrare di aver preso coscienza del gesto e di poter andare avanti da solo, autonomamente.

Vi sono altre versioni dell’autoritratto con l'orecchio bendato: 


In tutti i ritratti Van Gogh indossa un cappello di pelliccia e uno spesso cappotto, segnale del rigore climatico dentro la casa gialla, dove forse non aveva risorse sufficienti per pagare anche il riscaldamento.

Il ritratto custodito della Courtauld oltre ad essere il più delicato, è anche quello più interessante. Prevalgono i colori freddi. 

Sul fondo compare un cavalletto con una opera appena accennata e una stampa giapponese, che Van Gogh amava particolarmente.

L’espressione di Van Gogh è tra l’arrabbiato e il rassegnato, il volto piuttosto incavato, quasi invecchiato: vi si leggono delle rughe profonde, testimonianza anche del travaglio interiore dell'artista.

Qualche mese dopo, nel maggio del 1889 Vincent si fece ricoverare di sua spontanea volontà nella clinica per malattie mentali di Saint Remy.



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