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sabato 6 novembre 2021

Balli e scheletri

 Ballo al Moulin Rouge è un quadro di Henry de Toulouse- Lautrec, conservato al Philadelphia Museum of Art.





La scena ritrae l’interno del famoso locale Moulin Rouge in cui due celebri ballerini sono impegnati in un ballo molto dinamico: lui è Valentin le Desossé, cosi soprannominato per la sua abilità nei movimenti, lei è Josephine Weber, conosciuta come la Goulue, la golosa, per il suo insaziabile appetito che la portò negli anni ad ingrassare vistosamente. Fu così costretta a lasciare il ballo, dato che nessuno ormai la scritturava più e morì in assoluta povertà.

La Gouloue in una foto dell’epoca


Sotto i riflessi delle luci elettriche del locale si riconoscono vari personaggi, il poeta Yeats, il padre dell’artista, il conte Alphonse de Toulouse Lautrec. La scena è quasi fotografica: una donna vestita in rosa sta attraversando la vista, quasi ad “impallare” il nostro obiettivo. L’abito e  gli accessori appariscenti, il cappellino floreale, la bordatura in pelliccia, ci dicono che si tratta di una prostituta; molte prostitute infatti frequentavano il locale in compagnia o in cerca di clienti.



Sullo sfondo un inquietante personaggio dall’aria spettrale attrae il nostro sguardo: non essendo un ballo in maschera, e dato che Halloween era fortunatamente ancora ben distante dal nostro mondo europeo, cosa ci farà uno scheletro al Moulin Rouge?



L’artista

Henry de Toulouse Lautrec, nacque ad Albi in Francia, nel 1864. I genitori erano fra loro cugini in primo grado, come era prassi fra la nobiltà dell’epoca. Questo comportò in Henry una forte tara genetica ed una malattia delle ossa che da bambino gli provocò dolorose fratture, finché gli arti smisero di crescere, a dispetto del tronco che invece aveva proporzioni da adulto. Superava di poco il metro e cinquanta, ma questo non gli impedì di mietere successi fra le donne: celebre fu la sua relazione con l’artista Suzanne Valadon, madre del pittore Utrillo, tanto che lei tentò il suicidio quando il loro rapporto si interruppe.

A causa dell’ assidua frequentazione di bordelli contrasse la sifilide, malattia allora endemica, non solo fra i ceti poveri e si dette all’alcol, consumando grosse quantità di assenzio, liquore all’epoca molto di moda. Il suo fisico già fragile ne fu devastato: morì nel 1901 a soli 37 anni.

Il Moulin Rouge e lo scheletro

Il locale, allora come adesso molto famoso, si trova nel quartiere artistico per eccellenza, Montmarte e ospitava spesso spettacoli di ballo; era molto frequentato dai ceti medio alti della borghesia francese.

Il personaggio inquietante dipinto da Toulouse Lautrec e che si mescola tra gli avventori del locale potrebbe essere uno di loro. Se le orbite apparentemente vuote sotto la bombetta si leggessero come due occhiali circolari e la bocca scheletrica fosse invece due lunghi baffi, come allora andavano di moda, sarebbe un personaggio come gli altri, somigliante anche ad Henry,  statura a parte. Di certo piuttosto emaciato, gli zigomi sembrano infatti scavati ed il suo colorito giallastro, riflesso delle luci elettriche del locale, ci dicono che doveva essere piuttosto pallido.

Henry de Toulouse Lautrec 


L’artista mentre lavora al quadro

In ogni caso, sia che l’artista abbia voluto dipingere uno scheletro, sia che abbia dipinto un personaggio reale con lo stile caricaturale che contraddistingue la sua ritrattistica, è evidente il richiamo alla transitorietà dell’esistenza e al pensiero che anche nel godimento degli abituali piaceri, va a ciò che concluderà l’esistenza di ciascuno, in definitiva, una sorta di monito del “memento mori”.


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