Ritratto di giovane donna, opera di Sandro Botticelli, conservato allo Städel Museum di Francoforte, dipinto tra il 1480 ed il 1485.
In molti vi hanno visto il ritratto di Simonetta Vespucci, bella quanto sfortunata fanciulla coeva di Botticelli.
Chi era Simonetta
Simonetta Cattaneo era nata a Genova nel 1453. La famiglia era imparentata con gli Appiani di Piombino ed è qui che incontra la famiglia Vespucci ed il loro figlio Marco, discendenti di quel Vespucci Amerigo che scoprì l’America.
Si sposarono quando lei aveva 16 anni; i Vespucci erano banchieri, amici dei Medici tant’é che per festeggiare questo matrimonio i Medici organizzarono dei festeggiamenti nella loro Villa di Careggi.
Durante un torneo tenutosi in Santa Croce nel 1475, Giuliano dei Medici le dedicò una vittoria e lei gli consegnò lo stendardo, pare dipinto dal Botticelli, che secondo la cronaca recava la scritta “la senza pari”. Lo stendardo è andato perduto, ma questa cronaca alimentò la leggenda che Simonetta e Giuliano dei Medici fossero amanti. La dedica è piuttosto da ricondurre alle usanze cavalleresche dell’epoca dell’amor cortese per cui i cavalieri erano soliti dedicare la vittoria ad una dama e Simonetta, bella, nobile, gentile, incarnava quell’ideale di dama del Dolce Stil Novo cantata in tutti i poemi cavallereschi.
Appena un anno dopo, a soli 23 anni, Simonetta morì nella casa degli Appiani di Piombino dove si trovava per alleviare i sintomi di una malattia polmonare, forse tisi. Non si hanno notizie di figli nei 7 anni di matrimonio col Vespucci, circostanza anomala per un epoca in cui uno dei principali obiettivi del matrimonio era quello di assicurare eredi.
Le cronache ci dicono che nelle esequie, tenutesi a Firenze, venne portata in corteo a bara scoperta, evento riservato alle più alte cariche politiche e religiose. E che neanche la morte aveva potuto scalfire la sua bellezza, come ci dice Lorenzo dei Medici nei suoi sonetti. Ciò contribuì non poco ad alimentare la suggestione popolare. Venne sepolta nella chiesa di Ognissanti, ma la sua tomba oggi non esiste più: fu portata via da una piena dell’Arno.
Giuliano dei Medici morì due anni dopo, nel 1478, ucciso durante la congiura dei Pazzi.
Botticelli
Alessandro di Mariano di Vanni di Filipepi era conosciuto alla maniera toscana come Sandro, detto il Botticelli, non perché era basso e tarchiato come dice qualche detrattore, ma perché era batti-augello, battitore di argento e oro ossia cesellatore, come suo padre e i suoi fratelli. Che si intendesse di cesellatura è chiaro se osserviamo la finezza e la grazia con cui dipinge in oro le aureole delle sue madonne.
Si dice che Botticelli sia rimasto talmente affascinato da Simonetta da averla ritratta praticamente in tutte le sue opere, che ne fosse realmente innamorato (qualcuno con tendenze alla soap-opera si spinge a dire che fosse anche lui amante di Simonetta) e che alla fine si sia fatto seppellire anche lui ad Ognissanti per amore di Simonetta.
Più realisticamente si sa che i Filipepi erano vicini di casa dei Vespucci, che furono anche committenti di molte opere di Botticelli, naturale quindi che venissero sepolti nella stessa chiesa. È comunque possibile che Sandro, suo vicino di casa, avesse ritratto Simonetta in alcune occasioni mentre lei stava nel giardino a leggere o ricamare, ma è del tutto improbabile che le avesse fatto da modella: Simonetta era una nobildonna, sposata con un ricco banchiere, mentre il mestiere di modella era riservato a donne di dubbia moralità.
In più, molte delle opere botticelliane in cui si vuole intravedere il volto di Simonetta, furono dipinte quando lei era già morta.
La nascita di Venere fu dipinta nel 1485, a ben 9 anni dalla morte.
Anche la Primavera, è postuma, del 1477. Molti hanno romanzato che Simonetta sia riconoscibile, oltre che in una delle Grazie, anche nel volto di Flora. Che tuttavia, osservandola da vicino, rivela un volto precocemente invecchiato, segnato da rughe di espressione ed un collo prominente, gozzoide: se di lei si tratta, Botticelli deve aver recuperato un disegno di poco prima che morisse, dove sono evidenti i sintomi della consunzione.
Tuttavia, lo stesso volto, come rinvigorito è ringiovanito, lo troviamo in “Pallade ed il centauro” del 1482:
Ed in tutte le sue opere, come la Madonna del magnificat del 1485 (notare la fine cesellatura della corona che gli angeli posano sul capo di Maria):
Che sia il volto di Simonetta è pura leggenda, non si hanno suoi ritratti certi e quindi non se ne conoscono le fattezze. Piuttosto, si può dire che l’intento di Botticelli fosse quello di rappresentare un canone ideale di bellezza femminile, e dobbiamo dire che l’obiettivo è stato raggiunto, e perfezionato nel tempo.
La Fortezza, rappresentata dal volto di una fanciulla che regge un bastone seduta su un trono, è stata dipinta nel 1470, quando Simonetta aveva 17 anni ed aveva appena sposato Marco Vespucci. A ben osservare potrebbe essere il volto giovanissimo di quella donna più matura che sarà poi Flora nella Primavera e di quel volto idealizzato nella bellezza eterna che sarà la Venere e tutte le donne dei quadri successivi del Botticelli.
meraviglia delle meraviglie!!!
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