Acqua fonte di vita, bevanda essenziale, soggetto sottinteso dell’ “acquaiolo di Siviglia” di Diego Velasquez.
L’ autore
Velasquez nacque il 6 giugno 1599 a Siviglia. Il padre era un avvocato portoghese e la madre una nobile sivigliana. All’età di 10 anni, come era consuetudine all’epoca, venne mandato a bottega. Ebbe come maestro Francisco Pacheco, del quale all’età di 19 anni sposò la figlia, Juana Pacheco.
Nel 1623 dipinse il primo ritratto del re, Filippo IV; il successo fu immediato e poderosa l’ascesa. Venne nominato pittore del re, ebbe diversi incarichi diplomatici per conto di Filippo IV fino ad essere nominato “hidalgo”, cavaliere. Morì forse di polmonite nel 1600 a 61 anni; la moglie Juana morì una settimana dopo.
Il dipinto
La versione più nota dell’acquaiolo, dipinta intorno al 1620, è custodita al Wellington Museum di Londra, ma ve ne è una versione precedente conservata agli Uffizi di Firenze
L’acquaiolo degli Uffizi |
L’opera appartiene al genere bodegòn, ovvero ritratti di persone umili, molto in voga tra il 1500 ed il 1600.
In primo piano è un vecchio con la giubba strappata che porge ad un fanciullo un bicchiere di acqua: lo capiamo perché la sua mano è appoggiata su un orcio sul quale si notano alcune goccioline di acqua.
A sinistra si trova una alcarraza, una brocca in terracotta, tipica di Siviglia, ottenuta dalla lavorazione dei fanghi del fiume Guadalquivir e utilizzata per conservare fresca l’acqua mediante il semplice processo di evaporazione.
Sulla alcarraza è appoggiata una tazza in ceramica sivigliana, di Triana, quartiere di Siviglia famoso per le ceramiche, le azulejios, tanto da essere ammirate oggi nel Museo della ceramica della città.
Dietro al fanciullo appare accennato il volto di un uomo che beve da una tazza anche essa in ceramica. Il particolare inquietante della scena è che nessuno dei tre si guarda in faccia, così in molti hanno voluto vedere in quest’opera una allegoria delle tre età dell’uomo. Poiché l’acqua è simbolo di saggezza, il vecchio con il bicchiere sta dispensando saggezza al bambino il cui volto mostra soggezione; di questa saggezza offerta il bimbo dovrà far tesoro per quando sarà più maturo (l’uomo in penombra).
Ma ad osservare meglio, c’è un altro particolare curioso: c’è qualcosa nel bicchiere. Si tratta di un fico, che, non allude a nessun simbolo erotico, come qualcuno ipotizza, ma è semplicemente un accorgimento utilizzato dagli acquaioli per aromatizzare l’acqua e darle per così dire, un sapore più vivace: è un fico seccato, quindi dolce, non un fico fresco la cui essenza lattiginosa sarebbe irritante per le mucose della bocca.
Velasquez ha semplicemente dipinto, con incredibile realismo, quanto osservava per le strade di Siviglia.
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