L’uccellino più famoso della storia dell’arte è sicuramente il cardellino di Carel Fabritius.
Il quadro
Un quadretto piccolo nelle dimensioni, poco più del suo modello vivente, misura appena 33,5 x 22,8 cm, dipinto con poche semplici pennellate, da quasi 500 anni continua a scatenare l’immaginazione di chi lo osserva, tanto da diventare il soggetto di un noto romanzo di Donna Tartt da cui è stato tratto anche un film con Nicole Kidman.
Il quadro è conservato all’Aia al Mauritshuis. Il soggetto si rifà al tromp l’oeil, tecnica pittorica illusionista con la quale si cercava di dare tridimensionalità a soggetti bidimensionali. Questa tecnica, non ha una origine ben precisa dal momento che il disegno nasce come illusione per riprodurre oggetti tridimensionali su supporti bidimensionali; Giotto ad esempio la utilizzò nella Cappella degli Scrovegni, ma ve ne sono esempi anche nell’arte greca e ancor prima in quella egizia. Nel 1600 raggiunse la sua massima raffinatezza. In effetti se non ci fosse la cornice e la scritta, potremmo veramente dire che quello in fondo alla parete è un cardellino vivo legato con una catenella ad un trespolo.
Il dipinto ci stupisce perché il realismo non è stato raggiunto con dettagli fotografici, ma con giochi di luci ed ombre; l’ala è stata tracciata graffiando il giallo con il manico del pennello. Lo sfondo è stato dipinto per ultimo.
Una lezione da tenere bene in mente da parte di quei moderni iperrealisti che compongono sulla tela i minuscoli dettagli proiettati dal proiettore collegato al computer!
L’uccello
Cardelius cardelius, il cardellino di Fabritius è conosciuto in olandese come “il portatore d’acqua”. All’epoca questi piccoli uccelli venivano infatti allevati come animali domestici per deliziare i bambini e venivano addestrati a fare semplici “giochi” come quello di versare acqua con un minuscolo secchiello in un contenitore più grande.
L’autore
Carel nacque in Olanda nel 1622, figlio di un insegnante che pare facesse il pittore nei momenti liberi. Inizialmente avviato al mestiere di carpentiere, da cui trasse l’appellativo Fabritius, nel 1640 venne mandato a bottega insieme al fratello. Fu tra gli studenti migliori di Rembrant e tra i più originali: i suoi dipinti partono da sfondi chiari e luminosi, al contrario del suo maestro.
Inizialmente si specializzò in pitture murali da cui gli derivò un immediato successo; ne è un esempio la vista di Delft, un’altra delle sue opere più note.
Purtroppo la sua vita fu assai breve. Nel 1654, poco tempo dopo aver dipinto il cardellino, a Delft esplose una polveriera che distrusse alcuni quartieri della città tra cui quello dove si trovava lo studio di Fabritius. Quel giorno stava ritraendo il guardiano della Oude Kerk (la vecchia chiesa). L’esplosione uccise il guardiano, la suocera di Fabritius e lo stesso Fabritius che fu estratto vivo dalle macerie, ma morì il giorno stesso, a soli 32 anni, all’ospedale di Delft per le ferite riportate.
Poche delle sue opere si sono conservate, appena 12 quelle attribuitegli, probabilmente le altre andarono distrutte nella esplosione.
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