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lunedì 5 luglio 2021

Arte e assenzio

Nessuna bevanda ha assunto più di ogni altra quell’aura di mistico fascino che nel tempo si è guadagnato l'assenzio.

Il distillato di assenzio fu ideato da Pierre Ordinaire, medico francese che a causa dei disordini scaturiti dalla rivoluzione francese riparò in Svizzera, dove si trovò a disposizione molte erbe, tra cui l’Artemisia absynthium, o assenzio.

la pianta


Inizialmente  l'assenzio era utilizzato dalle truppe francesi in Algeria come disinfettante per l'acqua da bere. Al loro rientro in patria i soldati ne diffusero l'uso anche attraverso i café che frequentavamo abitualmente. La moda dilagò rapidamente, contribuendo non poco alla  diffusione della piaga dell'alcolismo, specialmente tra i ceti sociali più bassi.

Rapidamente l'uso dell'assenzio come bevanda varcò i confini della Francia e divenne per tutti la "Fata Verde" a causa del  colore verde smeraldo brillante. 


La bevanda

L'assenzio si serve in un apposito bicchiere con una ampollina alla base, che serve da misura per il distillato;   sul bicchiere si appoggia un cucchiaio con un fessura e sopra una zolletta di zucchero. Si versa dell'acqua ghiacciata sulla zolletta che sciogliendosi, attenua l'amaro e l'elevata  gradazione alcolica (non meno di 70 gradi alcolici) e fa acquisire alla bevanda quel colore giallo opaco lattiginoso detto louche.

"Illustri" consumatori di assenzio furono Baudelaire,  Van Gogh,  Degas, Manet, Picasso.


come servire l'assenzio


Non soltanto l'alcol,  ma anche la presenza di una sostanza tossica contenuta nell'assenzio, il tujone, sembra essere responsabile di convulsioni e crisi epilettiche. In realtà per poter accumulare nell'organismo una concentrazione tossica di tujone, si dovrebbe bere almeno 100 litri di assenzio;  fra l'altro il tujone è presente anche in alcune piante aromatiche di uso comune come il prezzemolo e l'alloro.


A causa della presunta tossicità si scatenò nei confronti dell'assenzio una vera e propria propaganda negativa, fortemente sostenuta dai produttori di vino, che avevano subito le    perdite provocate dalla filossera con la distruzione di molti vigneti e che quindi non potevano tollerare la concorrenza di una bevanda fortemente alcolica e a buon mercato. Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, per assicurare la sobrietà delle truppe, ne venne proibita la produzione e la vendita.


Degas e i bevitori di assenzio


Il quadro ritrae due amici di Degas, prestatisi a fare da modelli: lei è Ellen Andrée, attrice e modella, lui è Marcel Desboutin, pittore ed incisore e si trovano nel Cafè de la Nouvelle Athéne, in place Pigalle, locale molto alla moda, frequentato dagli impressionisti. Esiste la falsa convinzione che gli impressionisti dipingessero all'impronta, in realtà ciò non sempre è vero. Questo dipinto in particolare richiese quasi 2 anni di lavoro, quindi era necessario avere dei modelli professionisti che si rendessero disponibili per  il tempo necessario.

Purtroppo il dipinto attirò una cattiva fama sui due amici de Degas che fu costretto a  rendere una dichiarazione pubblica che non erano alcolisti.


Degas: I bevitori di assenzio


Nonostante la finzione di scena il messaggio arriva forte e chiaro. Lei veste gli abiti un po’ appariscenti di una prostituta, ha una bottiglia vuota di fronte a sé e  l'ultimo bicchiere di assenzio,  riconoscibile dalla tonalità, giallo lattiginoso.

Lo sguardo è perso nel vuoto, istupidito, come intossicato;   lui fuma la pipa e  ha davanti a sé un bicchiere di vino rosso. Ha  i tratti dell'alcolizzato e sembra disinteressarsi di ciò che lo circonda,  immerso nei suoi pensieri e nello stordimento dato dall’ alcol.

Il quadro venne acquistato da un ammiratore degli impressionisti, il capitano Henry Hill;  alla sua morte andò in asta da Christie's dove acquisì per la prima volta il titolo con il quale oggi è conosciuto. Ebbe vari proprietari per poi finire  al conte di Camonde che lo acquistò per donarlo al Louvre; fu, successivamente trasferito al Museè d'Orsay dove ancora si trova.

Un altro dipinto famoso in tema,  è il "bevitore di assenzio", dell'amico di Degas, Edouard Manet.

Il quadro ritrae un alcolizzato appoggiato ad un muro, Collardet, che faceva lo  chiffonier, il raccoglitore di stracci. L'utilizzo di toni marrone-giallastri sembra accentuare il degrado e la depressione data dall'abuso di alcol.

Il dipinto è conservato alla Glyptotek di  Copenaghen e ricevette fin da subito critiche negative, testimonianza del discredito sociale che colpì la bevanda, ancora oggi alquanto demonizzata.


Eduard Manet: l'assenzio

Particolare: bicchiere di assenzio



Basti pensare che in Italia la legge che ne disciplina la vendita è del 1992, mentre negli Stati Uniti, ne è a  tutt’oggi vietata la commercializzazione e l’importazione.

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